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Sulla possibilità di perquisire lo studio dell'Avvocato indagato.

La massima Le garanzie dall'art. 103 c.p.p., sono apprestate a tutela non della dignità professionale degli avvocati, ma del libero dispiegamento dell'attività difensiva e del segreto professionale, che trovano il diretto supporto nell'art. 24 della Costituzione, che sancisce la inviolabilità della difesa, come diritto fondamentale della persona. Cass. pen., sez. II, ud. 25 ottobre 2022 (dep. 25 novembre 2022), n. 44892 Presidente D'Agostini – Relatore De Santis Considerato in fatto 1.Con l'impugnata ordinanza il Tribunale di Livorno, per quanto in questa sede rileva, accoglieva l'istanza ex art. 324 c.p.p. formulata nell'interesse di M.F. e per l'effetto annullava il sequestro e il decreto di convalida emesso dal P.m. in data 1/4/2022 limitatamente ai beni e ai documenti reperiti a seguito di perquisizione dello studio legale della ricorrente, cui ne disponeva la restituzione. Il Tribunale del riesame, dopo aver disatteso le deduzioni a sostegno

Estorsione e reddito di cittadinanza

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  Cassazione Sez. II, ud. 17 marzo 2022 (dep. 2 maggio 2022), n. 17012 Ritenuto in fatto 1. La Corte di appello Di Napoli confermava la responsabilità del R. per il reato di estorsione. Si contestava al ricorrente di avere minacciato di morte la moglie impugnando un martello e di averle scagliato contro una lampada intimandole di consegnargli il denaro del reddito di cittadinanza (a lui intestato ed unica fonte di sostentamento del nucleo familiare) per acquistare sostanza stupefacente. 2. Avverso tale sentenza proponeva ricorso per cassazione il difensore, che deduceva: 2.1. violazione di legge e vizio di motivazione: si contestava l'assenza degli elementi costitutivi dell'estorsione e, in particolare, della minaccia rivolta contro la persona dato che dalle prove raccolte sarebbe emerso che l'aggressione sarebbe stata rivolta unicamente nei confronti delle cose e si sarebbe risolta in una sorta di "sfogo" dovuto alla situazione di astinenza nella quale vers

Tentata violenza sessuale

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  Cassazione, Sez. II, ud. 16 marzo 2022 (dep. 4 maggio 2022), n. 17717   La massima “E’ configurabile il tentativo del delitto di violenza sessuale quando, pur in mancanza del contatto fisico tra imputato e persona offesa, la condotta tenuta dal primo denoti il requisito soggettivo dell’intenzione di raggiungere l’appagamento dei propri istinti sessuali e quello oggettivo dell’idoneità a violare la libertà di autodeterminazione della vittima nella sfera sessuale»”   Ritenuto in fatto 1.Il giudice per le indagini preliminari di Padova applicava al ricorrente la pena concordata ai sensi dell'art. 444 c.p.p., ritenendo sussistente il vincolo della continuazione la continuazione tra la contestazione relativa al tentativo di violenza sessuale e quella relativa all'estorsione consumata. Si contestava al ricorrente (a) di avere tentato di costringere la vittima a patire atti sessuali attraverso continue minacce effettuate con messaggi o per telefono; (b) di avere tentat

Maltrattamenti in famiglia ed abitualità

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  Cassazione, Sez. VI, ud. 7 dicembre 2021 (dep. 10 marzo 2022), n. 8333 Presidente Costanzo – Relatore Di Stefano Ritenuto in fatto 1. Con la sentenza in epigrafe la Corte di Appello di Firenze, a seguito di gravame interposto dall'imputato F.U. avverso la sentenza emessa in data 12 ottobre 2016 dal Giudice per l'Udienza preliminare del Tribunale di Prato, in riforma della decisione ha assolto il predetto imputato dai reati di cui agli artt. 81 cpv., 572, 582, 585 e 576 c.p., art. 61 c.p., nn. 2 e 4 (per aver maltrattato, mediante più azioni esecutive di un medesimo disegno criminoso, la moglie P.M.L. e i propri figli minori C. ed P.E. , sottoponendoli a reiterate vessazioni fisiche, psicologiche e morali), perché il fatto non sussiste. 2. Avverso la sentenza ha proposto ricorso per Cassazione la parte civile P.M.L. , anche in qualità di esercente la potestà genitoriale sui figli minori E. e F.C. , persone offese e costituite parte civile nel medesimo processo, deducen

Truffa online e minorata difesa

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  Cass., Sez. II, ud. 2 dicembre 2021 (dep. 4 marzo 2022), n. 7819 Presidente Cammino – Relatore Beltrani   Considerato in diritto Il ricorso, presentato per un motivo infondato, va rigettato. 1. Il Tribunale ha escluso la circostanza aggravante in oggetto osservando che essa, come già riconosciuto da un orientamento giurisprudenziale condiviso, può essere configurata non "in relazione a qualsiasi episodio di truffa commessa mediante inserimento su un sito internet di un annuncio di compravendita, al quale faccia seguito un breve scambio di comunicazioni tra soggetto agente e vittima all'esito del quale quest'ultima venga convinta ad eseguire un atto di disposizione patrimoniale che poi si rivelerà per lei dannoso", poiché in tal modo si finirebbe "per connotare come di maggior gravità anche vicende che in realtà non si caratterizzano per una particolare e più intensa insidiosità", bensì unicamente nei casi in cui "l'uso della rete interne

Recidiva e calcolo della prescrizione

  Cassazione, Sez. II, sentenza 19 maggio– 1 luglio 2021, n. 25131   Ritenuto in fatto O.G. è chiamato a rispondere del delitto - commesso in Pescara in data anteriore e prossima al 5 ottobre 2009 - di ricettazione di un assegno bancario costituente provento di furto e recante la falsa firma del correntista in quanto deceduto anteriormente alla messa in circolazione del medesimo. Con sentenza pubblicata il 25 novembre 2020, il Tribunale di Pescara dichiarava non doversi procedere nei confronti dell’imputato per essersi il reato estinto per prescrizione sulla seguente motivazione: "Ai fini dell’estinzione del reato in esame si sottolinea che, calcolando il termine ordinario di otto anni ex L. n. 251 del 2005 - ancorché prorogato ai sensi dell’art. 160 c.p. in virtù da ultimo dell’effetto interruttivo del decreto di citazione - dalla consumazione del reato, pur tenendo conto del periodo di sospensione derivato dalla richiesta di rinvio per astensione del difensore, pari a me

Diffamazione e responsabilità del direttore sito internet

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  Cassazione, Sez. V, 12.01-24.02 2021, n.7220 La massima In tema di diffamazione, l'amministratore di un sito internet non è responsabile ai sensi dell'art. 57 c.p., in quanto tale norma è applicabile alle sole testate giornalistiche telematiche e non anche ai diversi mezzi informatici di manifestazione del pensiero (forum, blog, newsletter, newsgroup, mailing list, facebook), salvo che sussistano elementi che denotino la compartecipazione dell'amministratore alla attività diffamatoria. (Fattispecie in cui il titolare di un sito internet aveva condiviso la pubblicazione di un articolo offensivo della reputazione di un agente di polizia, collaborando alla raccolta delle informazioni necessarie per la sua redazione, partecipando al collettivo politico che ne aveva elaborato l'idea e rivendicandone in dibattimento il contenuto).   RITENUTO IN FATTO 1. Con sentenza del 25 settembre 2019, la Corte di appello di Milano confermava la sentenza del locale Tribunale